Nel famosissimo “Il diario di Anna Frank”, ritrovato postumo a fine guerra dal padre – unico sopravvissuto – dopo la morte della giovane nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, la giovane ebrea racconta sogni, desideri e speranze comuni a tante adolescenti della sua età.
L’animo umano non ha confini, né razza, né religione: è uguale per tutti. Per questo diventa doloroso e partecipativo il procedere nella lettura, perché i pensieri di Anna sono uno specchio in cui tutti possono riconoscersi.
Questo è uno dei motivi per cui il romanzo è diventato uno dei più letti in tutto il mondo, perché pone l’attenzione sul valore della vita umana, una vita fatta di emozioni, sogni, desideri, amore e sentimenti di generosità e comprensione. Una vita che viene smembrata di tutto ciò per trasformarsi in un numero marchiato sulla pelle, dove non esiste né umanità né dignità.
Eppure, pur se consapevole dell’orrore della guerra e dello sterminio che i nazisti stavano compiendo sulla sua gente, la giovane Anna perseverava nel mantenere la speranza. Così, infatti, scriveva nel suo diario:
Non penso a tutta la miseria,
ma alla bellezza che rimane ancora.
I pensieri positivi e la determinazione a sopravvivere, purtroppo, non salveranno i sei milioni di ebrei dallo sterminio. Morti nei campi di concentramento per stenti, per l’abbrutimento della propria umanità o vittime della violenza e della ferocia nazista. Uccisi in camere a gas, sottoposti ad esperimenti crudeli, costretti a lavorare e marciare fino allo sfinimento. Senza pietà.
Una lettura di formazione, anche se dolorosa. Perché la vitalità e la voglia di sopravvivere a tutto l'orrore della guerra è la stessa che potremmo provare noi in quella situazione. Anna Frank non uscirà viva dal campo di concentramento in cui sarà internata, ma proprio grazie alle pagine del suo Diario potrà parlare al cuore di tante nuove generazioni.
©Loriana Lucciarini
L’animo umano non ha confini, né razza, né religione: è uguale per tutti. Per questo diventa doloroso e partecipativo il procedere nella lettura, perché i pensieri di Anna sono uno specchio in cui tutti possono riconoscersi.
Questo è uno dei motivi per cui il romanzo è diventato uno dei più letti in tutto il mondo, perché pone l’attenzione sul valore della vita umana, una vita fatta di emozioni, sogni, desideri, amore e sentimenti di generosità e comprensione. Una vita che viene smembrata di tutto ciò per trasformarsi in un numero marchiato sulla pelle, dove non esiste né umanità né dignità.
Eppure, pur se consapevole dell’orrore della guerra e dello sterminio che i nazisti stavano compiendo sulla sua gente, la giovane Anna perseverava nel mantenere la speranza. Così, infatti, scriveva nel suo diario:
Non penso a tutta la miseria,
ma alla bellezza che rimane ancora.
I pensieri positivi e la determinazione a sopravvivere, purtroppo, non salveranno i sei milioni di ebrei dallo sterminio. Morti nei campi di concentramento per stenti, per l’abbrutimento della propria umanità o vittime della violenza e della ferocia nazista. Uccisi in camere a gas, sottoposti ad esperimenti crudeli, costretti a lavorare e marciare fino allo sfinimento. Senza pietà.
Una lettura di formazione, anche se dolorosa. Perché la vitalità e la voglia di sopravvivere a tutto l'orrore della guerra è la stessa che potremmo provare noi in quella situazione. Anna Frank non uscirà viva dal campo di concentramento in cui sarà internata, ma proprio grazie alle pagine del suo Diario potrà parlare al cuore di tante nuove generazioni.
©Loriana Lucciarini