Chi erano gli altri clandestini dell’Alloggio Segreto e che cosa è successo
a ognuno di loro dopo il giorno dell’arresto avvenuto il 4 agosto 1944?
EDITH HOLLANDER (madre di Anne e Margot e moglie di Otto Frank):
Edith Holländer nasce il 6 gennaio 1900 ad Aquisigrana (Germania). Ha due fratelli maggiori, Julius e Walter, e una sorella maggiore, Bettina/Betti (che morirà a sedici anni, nel 1914). Il 12 maggio 1925 Edith sposa Otto Frank, celebrando le nozze secondo il rito ebraico, e va ad abitare a Francoforte sul Meno (Germania). Il 16 febbraio 1926 nasce la loro prima figlia, Margot Betti (il secondo dome viene dato per onorare la memoria della sorella Bettina/Betti). Il 12 giugno 1929 nasce la loro secondogenita, Annelies Marie, detta Anne. Nel 1933, dopo che Otto fonda la sua impresa Opekta ad Amsterdam, Edith si trasferisce a sua volta nei Paesi Bassi, seguita successivamente dalle figlie. Nel 1939 la madre di Edith, Rosa Holländer, si trasferisce dai Frank. Tre anni dopo muore di cancro. Il 6 luglio 1942 i Frank si nascondono nell’Alloggio Segreto.
Edith Frank, durante la vita in clandestinità nell’Alloggio Segreto, confidò a Miep Gies, senza mai trovare il coraggio di confessarlo agli altri che, anche se ognuno di loro fantasticava sulla fine della guerra, lei credeva che la guerra non sarebbe mai finita.
Dopo l’arresto e la deportazione nel campo di transito di Westerbork, Edith viene deportata con gli altri ad Auschwitz. Il 6 settembre 1944 Edith sopravvive alla selezione.
Nell’ottobre 1944 avviene una nuova selezione. Le detenute ancora idonee al lavoro saranno deportate a Bergen – Belsen. Anne e Margot superano la selezione mentre Edith no. E’ costretta a rimanere ad Auschwitz - Birkenau e a separarsi dalle figlie.
Edith decide di conservare ogni piccola cosa da mangiare, come pezzi di pane, per l’eventuale ritorno di Anne e Margot. Senza neanche rendersene conto, smette di mangiare.
Continua a mettere da parte del cibo per le figlie, con la speranza di rivederle e di poterle, un giorno, nutrire.
Il 6 gennaio 1945 Edith Frank muore di fame ad Auschwitz – Birkenau.
Edith Holländer nasce il 6 gennaio 1900 ad Aquisigrana (Germania). Ha due fratelli maggiori, Julius e Walter, e una sorella maggiore, Bettina/Betti (che morirà a sedici anni, nel 1914). Il 12 maggio 1925 Edith sposa Otto Frank, celebrando le nozze secondo il rito ebraico, e va ad abitare a Francoforte sul Meno (Germania). Il 16 febbraio 1926 nasce la loro prima figlia, Margot Betti (il secondo dome viene dato per onorare la memoria della sorella Bettina/Betti). Il 12 giugno 1929 nasce la loro secondogenita, Annelies Marie, detta Anne. Nel 1933, dopo che Otto fonda la sua impresa Opekta ad Amsterdam, Edith si trasferisce a sua volta nei Paesi Bassi, seguita successivamente dalle figlie. Nel 1939 la madre di Edith, Rosa Holländer, si trasferisce dai Frank. Tre anni dopo muore di cancro. Il 6 luglio 1942 i Frank si nascondono nell’Alloggio Segreto.
Edith Frank, durante la vita in clandestinità nell’Alloggio Segreto, confidò a Miep Gies, senza mai trovare il coraggio di confessarlo agli altri che, anche se ognuno di loro fantasticava sulla fine della guerra, lei credeva che la guerra non sarebbe mai finita.
Dopo l’arresto e la deportazione nel campo di transito di Westerbork, Edith viene deportata con gli altri ad Auschwitz. Il 6 settembre 1944 Edith sopravvive alla selezione.
Nell’ottobre 1944 avviene una nuova selezione. Le detenute ancora idonee al lavoro saranno deportate a Bergen – Belsen. Anne e Margot superano la selezione mentre Edith no. E’ costretta a rimanere ad Auschwitz - Birkenau e a separarsi dalle figlie.
Edith decide di conservare ogni piccola cosa da mangiare, come pezzi di pane, per l’eventuale ritorno di Anne e Margot. Senza neanche rendersene conto, smette di mangiare.
Continua a mettere da parte del cibo per le figlie, con la speranza di rivederle e di poterle, un giorno, nutrire.
Il 6 gennaio 1945 Edith Frank muore di fame ad Auschwitz – Birkenau.
FRITZ PFEFFER:
Fritz Pfeffer nasce il 30 aprile 1889 a Giessen (Germania) da genitori ebrei. Nel 1936 sposa Vera Bythiner, dalla quale ha un figlio, Werner, ma qualche anno dopo i due divorziano. Fritz si innamora di Charlotte Kaletta, ma non possono sposarsi perché vietato dalle leggi razziali di Norimberga. Nel 1938 Fritz manda il figlio Werner da dei parenti in Inghilterra, facendolo partire con un convoglio di bambini e, dopo la Notte dei Cristalli, fugge con Charlotte nei Paesi Bassi. Il 16 novembre 1942 Fritz Pfeffer entra nell’Alloggio Segreto. È un dentista di Amsterdam e tra i suoi pazienti ha anche Miep Gies, che ha aiutato i Frank a nascondersi.
Dopo l’arresto, la deportazione prima nel campo di transito di Westerbork e poi nel campo di sterminio di Auschwitz, Fritz Pfeffer deve affrontare la prima selezione. Riesce a superarla e fino all’ottobre del 1944 rimarrà ad Auschwitz. Nel mese di ottobre viene deportato nel campo di concentramento di Neuengamme, in Germania.
Il 20 dicembre 1944 Fritz Pfeffer muore a Neuengamme.
Fritz Pfeffer nasce il 30 aprile 1889 a Giessen (Germania) da genitori ebrei. Nel 1936 sposa Vera Bythiner, dalla quale ha un figlio, Werner, ma qualche anno dopo i due divorziano. Fritz si innamora di Charlotte Kaletta, ma non possono sposarsi perché vietato dalle leggi razziali di Norimberga. Nel 1938 Fritz manda il figlio Werner da dei parenti in Inghilterra, facendolo partire con un convoglio di bambini e, dopo la Notte dei Cristalli, fugge con Charlotte nei Paesi Bassi. Il 16 novembre 1942 Fritz Pfeffer entra nell’Alloggio Segreto. È un dentista di Amsterdam e tra i suoi pazienti ha anche Miep Gies, che ha aiutato i Frank a nascondersi.
Dopo l’arresto, la deportazione prima nel campo di transito di Westerbork e poi nel campo di sterminio di Auschwitz, Fritz Pfeffer deve affrontare la prima selezione. Riesce a superarla e fino all’ottobre del 1944 rimarrà ad Auschwitz. Nel mese di ottobre viene deportato nel campo di concentramento di Neuengamme, in Germania.
Il 20 dicembre 1944 Fritz Pfeffer muore a Neuengamme.
HERMANN VAN PELS (padre di Peter e marito di Auguste van Pels):
Hermann van Pels, nasce il 31 marzo 1898 a Gehrde (in Germania), da madre tedesca e padre olandese, dal quale impara il mestiere di macellaio. Il 5 dicembre 1925 sposa Auguste “Gutti” Röttgen e meno di un anno dopo nasce Peter, il loro unico figlio.
Nel 1937 i Van Pels emigrano nei Paesi Bassi e poco dopo Hermann viene assunto nella ditta di Otto Frank.
Il 13 luglio 1942 i Van Pels si nascondo nell’Alloggio Segreto, con i Frank.
Dopo l’arresto e la deportazione prima nel campo di transito di Westerbork e poi nel campo di sterminio di Auschwitz, Hermann sopravvive alla prima selezione, ma qualche settimana dopo il suo arrivo non è più in grado di lavorare. Egli viene portato via durante una selezione e ucciso in una camera a gas ad Auschwitz.
Hermann van Pels, nasce il 31 marzo 1898 a Gehrde (in Germania), da madre tedesca e padre olandese, dal quale impara il mestiere di macellaio. Il 5 dicembre 1925 sposa Auguste “Gutti” Röttgen e meno di un anno dopo nasce Peter, il loro unico figlio.
Nel 1937 i Van Pels emigrano nei Paesi Bassi e poco dopo Hermann viene assunto nella ditta di Otto Frank.
Il 13 luglio 1942 i Van Pels si nascondo nell’Alloggio Segreto, con i Frank.
Dopo l’arresto e la deportazione prima nel campo di transito di Westerbork e poi nel campo di sterminio di Auschwitz, Hermann sopravvive alla prima selezione, ma qualche settimana dopo il suo arrivo non è più in grado di lavorare. Egli viene portato via durante una selezione e ucciso in una camera a gas ad Auschwitz.
AUGUSTE VAN PELS (madre di Peter e moglie di Hermann van Pels):
Auguste van Pels nasce il 29 settembre 1900 a Buer, vicino a Osnabrück, in Germania, vicino al confine con l’Olanda. Il 5 dicembre 1925 sposa Hermann van Pels, diventando in questo modo olandese. Un anno dopo nasce il loro primo e unico figlio, Peter. Il 26 luglio 1927 Auguste emigra nei Paesi Bassi con suo marito e il figlio. Il 13 luglio 1942 si nascondono nell’Alloggio Segreto. Auguste è definita una donna sveglia e civettuola, e durante la sua permanenza nel nascondiglio, nonostante numerosi momenti piacevoli, litiga spesso con il marito, accendendo discussioni riguardanti la politica.
Dopo l’arresto e la deportazione nel campo di Westerbork, Auguste viene deportata nel campo di sterminio di Auschwitz – Birkenau. Il 6 settembre 1944 sopravvive alla selezione.
Il 6 novembre 1944 Auguste, assieme ad altre otto prigioniere, viene deportata nel campo di concentramento di Bergen – Belsen, in Germania. Il 6 febbraio 1945 viene internata nel campo di concentramento di Raguhn, un sottocampo di Buchenwald. Il 9 aprile 1945 Auguste viene trasferita a Theresienstadt, in Cecoslovacchia.
Durante quel viaggio, fra il 9 aprile e l’8 maggio 1945, Auguste viene uccisa.
Auguste van Pels nasce il 29 settembre 1900 a Buer, vicino a Osnabrück, in Germania, vicino al confine con l’Olanda. Il 5 dicembre 1925 sposa Hermann van Pels, diventando in questo modo olandese. Un anno dopo nasce il loro primo e unico figlio, Peter. Il 26 luglio 1927 Auguste emigra nei Paesi Bassi con suo marito e il figlio. Il 13 luglio 1942 si nascondono nell’Alloggio Segreto. Auguste è definita una donna sveglia e civettuola, e durante la sua permanenza nel nascondiglio, nonostante numerosi momenti piacevoli, litiga spesso con il marito, accendendo discussioni riguardanti la politica.
Dopo l’arresto e la deportazione nel campo di Westerbork, Auguste viene deportata nel campo di sterminio di Auschwitz – Birkenau. Il 6 settembre 1944 sopravvive alla selezione.
Il 6 novembre 1944 Auguste, assieme ad altre otto prigioniere, viene deportata nel campo di concentramento di Bergen – Belsen, in Germania. Il 6 febbraio 1945 viene internata nel campo di concentramento di Raguhn, un sottocampo di Buchenwald. Il 9 aprile 1945 Auguste viene trasferita a Theresienstadt, in Cecoslovacchia.
Durante quel viaggio, fra il 9 aprile e l’8 maggio 1945, Auguste viene uccisa.
PETER VAN PELS (figlio di Hermann e Auguste van Pels):
Peter Van Pels nasce l’8 novembre a Osnabrück, vicino al confine olandese. È figlio unico e il 26 luglio 1937 emigra con i suoi genitori ad Amsterdam. È definito un ragazzo gentile ma la sua caratteristica più grande è una forte timidezza. Il 13 luglio 1942 Peter e la sua famiglia si nascondono nell’Alloggio Segreto. Peter è un giovanotto molto insicuro, e in un primo momento Anne lo definisce “pigro e permaloso”, ma poi lentamente, nel nascondiglio, tra i due nasce del tenero e profondo un rispetto reciproco.
Dopo l’arresto e la deportazione nel campo di Westerbork, Peter viene deportato ad Auschwitz. Il 6 settembre 1944 sopravvive alla selezione.
Il 18 maggio 1945 circa, Peter, assieme ad altri prigionieri ancora in grado di camminare, è costretto a seguire i nazisti in una marcia della morte. Il 25 maggio 1945 viene registrato nel campo di concentramento di Mauthausen, in Austria. Sarà costretto a un durissimo lavoro in una cava di pietre.
Tra l’11 aprile e il 5 maggio 1945 Peter muore a Mauthausen.
Peter Van Pels nasce l’8 novembre a Osnabrück, vicino al confine olandese. È figlio unico e il 26 luglio 1937 emigra con i suoi genitori ad Amsterdam. È definito un ragazzo gentile ma la sua caratteristica più grande è una forte timidezza. Il 13 luglio 1942 Peter e la sua famiglia si nascondono nell’Alloggio Segreto. Peter è un giovanotto molto insicuro, e in un primo momento Anne lo definisce “pigro e permaloso”, ma poi lentamente, nel nascondiglio, tra i due nasce del tenero e profondo un rispetto reciproco.
Dopo l’arresto e la deportazione nel campo di Westerbork, Peter viene deportato ad Auschwitz. Il 6 settembre 1944 sopravvive alla selezione.
Il 18 maggio 1945 circa, Peter, assieme ad altri prigionieri ancora in grado di camminare, è costretto a seguire i nazisti in una marcia della morte. Il 25 maggio 1945 viene registrato nel campo di concentramento di Mauthausen, in Austria. Sarà costretto a un durissimo lavoro in una cava di pietre.
Tra l’11 aprile e il 5 maggio 1945 Peter muore a Mauthausen.
OTTO FRANK (padre di Anne e Margot e marito di Edith Frank):
Otto Heinrich Frank nasce il 12 maggio 1889 a Francoforte sul Meno. Ha due fratelli, uno maggiore, Robert, uno minore, Herbert, e una sorella, Helene. Il padre, Michael Frank, è proprietario di una banca specializzata in servizi cambiavalute. La famiglia è ebrea liberale. Otto non frequenta una scuola ebraica, ma il ginnasio pubblico Lessing e dopo la maturità frequenta per un semestre estivo la facoltà di storia dell'arte presso l'università di Heildelberg. Otto lavora un anno in una banca e poi fa dei tirocini e dei lavori negli Stati Uniti, incluso presso i grandi magazzini Macy's. Nel 1909 muore suo padre e nell'autunno 1911 torna in Germania dove trova lavoro in un'azienda di Düsseldorf. Nel 1914 scoppia la Prima Guerra Mondiale e un anno dopo Otto e i fratelli vengono chiamati nel'esercito tedesco. Otto viene mandato a combattere sul fronte occidentale, ottenendo la promozione al grado di tenente. La Prima Guerra Mondiale si conclude nel 1918, causando milioni di vittime, ma Otto, i suoi fratelli, sua madre e sua sorella sopravvivono. Dopo il primo conflitto mondiale, Otto, seppur controvoglia, subentra insieme al fratello Herbert e alla madre nella direzione della banca.
Il 12 maggio 1925 sposa Edith Hollander. Le nozze si celebrano ad Aquisigrana, in Germania. Il 16 febbraio 1926 nasce la loro primogenita, Margot Frank, e il 12 giugno 1929 nasce la loro secondogenita, Anne Frank. Dopo che Otto e la sua famiglia si sono trasferiti ad Amsterdam, città in cui Otto fonda la ditta Opekta, divenendone direttore, e dopo l'arrivo dell'antisemitismo, il 6 luglio 1942 Otto e la sua famiglia entrano in clandestinità, rifugiandosi nell'Alloggio Segreto.
Dopo l'arresto e la deportazione nel campo di transito di Westerbork, Otto viene deportato ad Auschwitz.
Otto Frank è l’unico membro della famiglia Frank a essere sopravvissuto all’Olocausto.
Nel 1945 nei giornali e nei cinegiornali americani comparivano le prime immagini dei lager, dei cadaveri, di quella silenziosa, orrenda realtà ormai impossibile da non vedere.
Otto Heinrich Frank nasce il 12 maggio 1889 a Francoforte sul Meno. Ha due fratelli, uno maggiore, Robert, uno minore, Herbert, e una sorella, Helene. Il padre, Michael Frank, è proprietario di una banca specializzata in servizi cambiavalute. La famiglia è ebrea liberale. Otto non frequenta una scuola ebraica, ma il ginnasio pubblico Lessing e dopo la maturità frequenta per un semestre estivo la facoltà di storia dell'arte presso l'università di Heildelberg. Otto lavora un anno in una banca e poi fa dei tirocini e dei lavori negli Stati Uniti, incluso presso i grandi magazzini Macy's. Nel 1909 muore suo padre e nell'autunno 1911 torna in Germania dove trova lavoro in un'azienda di Düsseldorf. Nel 1914 scoppia la Prima Guerra Mondiale e un anno dopo Otto e i fratelli vengono chiamati nel'esercito tedesco. Otto viene mandato a combattere sul fronte occidentale, ottenendo la promozione al grado di tenente. La Prima Guerra Mondiale si conclude nel 1918, causando milioni di vittime, ma Otto, i suoi fratelli, sua madre e sua sorella sopravvivono. Dopo il primo conflitto mondiale, Otto, seppur controvoglia, subentra insieme al fratello Herbert e alla madre nella direzione della banca.
Il 12 maggio 1925 sposa Edith Hollander. Le nozze si celebrano ad Aquisigrana, in Germania. Il 16 febbraio 1926 nasce la loro primogenita, Margot Frank, e il 12 giugno 1929 nasce la loro secondogenita, Anne Frank. Dopo che Otto e la sua famiglia si sono trasferiti ad Amsterdam, città in cui Otto fonda la ditta Opekta, divenendone direttore, e dopo l'arrivo dell'antisemitismo, il 6 luglio 1942 Otto e la sua famiglia entrano in clandestinità, rifugiandosi nell'Alloggio Segreto.
Dopo l'arresto e la deportazione nel campo di transito di Westerbork, Otto viene deportato ad Auschwitz.
Otto Frank è l’unico membro della famiglia Frank a essere sopravvissuto all’Olocausto.
Nel 1945 nei giornali e nei cinegiornali americani comparivano le prime immagini dei lager, dei cadaveri, di quella silenziosa, orrenda realtà ormai impossibile da non vedere.
Dopo la liberazione di Auschwitz da parte delle truppe russe, in nave Otto si recò a Marsiglia via Odessa. Fino a prima di potersi trasferire in Svizzera, nel 1953, rimase ad Amsterdam. Otto riuscì a scrivere a sua madre, esternando la sua speranza di potersi riunire presto a sua moglie Edith e alle bambine, Margot e Anne, che credeva ancora in vita. Scrisse sul retro di un formulario con le disposizioni del comando del lager. Il mittente riportato sulla lettera era "Otto Frank, nato il 12-5-1889, pr. Nr. 9174". Quello era il numero tatuato sul braccio sinistro di Otto.
Carissima mamma, spero che queste righe possano raggiungerti e portare a te e a tutti i cari la notizia che sono stato salvato dai russi (…) Non so dove si trovino Edith e le bambine, dal 5 sett. ’44 siamo separati. Ho sentito dire solo che le hanno portate in Germania. Speriamo di rivederle sane e salve.
Anche nella cartolina successiva, che Otto scrisse da Katowice, egli confida ancora che Edith, Anne e Margot siano in vita.
Ancora non so decidermi a raccontarvi nei particolari le mie esperienze, per voi l’importante sarà sapere che sono vivo e in buona salute. Certo comprenderete quanto mi tormenti il pensiero di non sapere dove si trovino Edith e le bambine. Nutro comunque di ritrovarle tutte in buona salute e non voglio lasciarmi scoraggiare (…) Quasi non riesco a immaginare una situazione normale. Ancora non voglio pensare al futuro. Qui sono un mendicante e ne ho anche l’aspetto (…) penserò sempre con gratitudine alla liberazione da parte dei russi. Se non mi fossi trovato in ospedale per deperimento organico – pesavo 52 chili – sarei morto senz’altro (…)
Nella lettera successiva Otto scrive ancora da Katowice, ma stavolta ha scoperto una straziante verità:
Non sono in grado di scrivere molto, perché naturalmente la notizia, appena ricevuta, della morte di Edith, avvenuta il 6-1-1945, mi ha colpito tanto che non sono più lo stesso. Il pensiero delle bambine mi sostiene. Edith è morta in ospedale per la debolezza causata dalla denutrizione, e il suo corpo non ha retto a un disturbo intestinale sopraggiunto in seguito. In realtà anche questo è un assassinio perpetrato dai tedeschi. Se avesse resistito ancora due settimane, fino alla liberazione da parte dei russi, tutto sarebbe andato in modo diverso.
Nei mesi successivi, a causa della guerra e a causa del fatto che Otto fosse apolide (richiese la nazionalità olandese ma riceverla era molto difficile) non poté spostarsi con facilità e raggiungere i suoi cari, in pena per lui e per Anne e Margot. Otto si aggrappava disperatamente alla possibilità che le sue figlie fossero ancora in vita e pur di ricevere qualche risposta, e magari ricongiungersi a loro, interrogava tutte le persone che tornavano dai lager, studiava gli elenchi che venivano pubblicati sui giornali e si informava presso la Croce Rossa (dove si condervavano le liste dei sopravvissuti e si raccoglievano anche le testimonianze delle vittime).
Il 18 luglio 1945, Otto Frank scoprì la verità sul destino delle figlie. Sugli elenchi della Croce Rossa, accanto ai nomi di Margot Betti Frank e Annelies Marie Frank, scoprì la funesta croce. Le sue bambine erano morte. Margot non era arrivata a compiere diciannove anni e Anne non era arrivata a compierne neanche sedici. Di loro era rimasto poco o niente, la guerra e i nazisti si erano portati via ogni cosa. Tra le poche cose rimaste di Anne, c'è anche il suo diario. Quel diario cui Otto si aggrapperà per continuare a sentirsi vicino alla figlia, e che poi deciderà di far pubblicare, almeno in parte, sperando che le parole di Anne, e la sua positività, potessero aiutare gli altri quanto hanno aiutato lui.
Il 25 giugno 1947 Otto fa pubblicare il diario di Anne. Nel 1952 egli si trasferisce a Basilea, in Svizzera, e il 10 novembre dell'anno successivo sposa Elfriede (Fritzi) Geiringer, nata Markowitz, viennese come lui e sopravvissuta ad Auschwitz, che aveva perso il figlio e il marito a Mauthausen. Il 19 agosto 1980 Otto muore a Birsfelden, nei pressi di Basilea, dopo aver dedicato gran parte della vita al diario di sua figlia Anne e alla diffusione dei suoi messaggi.
"E chi poteva saperlo?" disse Otto alla sua famiglia, dopo la sua esperienza ad Auschwitz e l'aver scoperto di aver perduto per sempre sua moglie Edith e le sue bambine, Margot e Anne: "Chi avrebbe potuto immaginare una cosa del genere?"
Carissima mamma, spero che queste righe possano raggiungerti e portare a te e a tutti i cari la notizia che sono stato salvato dai russi (…) Non so dove si trovino Edith e le bambine, dal 5 sett. ’44 siamo separati. Ho sentito dire solo che le hanno portate in Germania. Speriamo di rivederle sane e salve.
Anche nella cartolina successiva, che Otto scrisse da Katowice, egli confida ancora che Edith, Anne e Margot siano in vita.
Ancora non so decidermi a raccontarvi nei particolari le mie esperienze, per voi l’importante sarà sapere che sono vivo e in buona salute. Certo comprenderete quanto mi tormenti il pensiero di non sapere dove si trovino Edith e le bambine. Nutro comunque di ritrovarle tutte in buona salute e non voglio lasciarmi scoraggiare (…) Quasi non riesco a immaginare una situazione normale. Ancora non voglio pensare al futuro. Qui sono un mendicante e ne ho anche l’aspetto (…) penserò sempre con gratitudine alla liberazione da parte dei russi. Se non mi fossi trovato in ospedale per deperimento organico – pesavo 52 chili – sarei morto senz’altro (…)
Nella lettera successiva Otto scrive ancora da Katowice, ma stavolta ha scoperto una straziante verità:
Non sono in grado di scrivere molto, perché naturalmente la notizia, appena ricevuta, della morte di Edith, avvenuta il 6-1-1945, mi ha colpito tanto che non sono più lo stesso. Il pensiero delle bambine mi sostiene. Edith è morta in ospedale per la debolezza causata dalla denutrizione, e il suo corpo non ha retto a un disturbo intestinale sopraggiunto in seguito. In realtà anche questo è un assassinio perpetrato dai tedeschi. Se avesse resistito ancora due settimane, fino alla liberazione da parte dei russi, tutto sarebbe andato in modo diverso.
Nei mesi successivi, a causa della guerra e a causa del fatto che Otto fosse apolide (richiese la nazionalità olandese ma riceverla era molto difficile) non poté spostarsi con facilità e raggiungere i suoi cari, in pena per lui e per Anne e Margot. Otto si aggrappava disperatamente alla possibilità che le sue figlie fossero ancora in vita e pur di ricevere qualche risposta, e magari ricongiungersi a loro, interrogava tutte le persone che tornavano dai lager, studiava gli elenchi che venivano pubblicati sui giornali e si informava presso la Croce Rossa (dove si condervavano le liste dei sopravvissuti e si raccoglievano anche le testimonianze delle vittime).
Il 18 luglio 1945, Otto Frank scoprì la verità sul destino delle figlie. Sugli elenchi della Croce Rossa, accanto ai nomi di Margot Betti Frank e Annelies Marie Frank, scoprì la funesta croce. Le sue bambine erano morte. Margot non era arrivata a compiere diciannove anni e Anne non era arrivata a compierne neanche sedici. Di loro era rimasto poco o niente, la guerra e i nazisti si erano portati via ogni cosa. Tra le poche cose rimaste di Anne, c'è anche il suo diario. Quel diario cui Otto si aggrapperà per continuare a sentirsi vicino alla figlia, e che poi deciderà di far pubblicare, almeno in parte, sperando che le parole di Anne, e la sua positività, potessero aiutare gli altri quanto hanno aiutato lui.
Il 25 giugno 1947 Otto fa pubblicare il diario di Anne. Nel 1952 egli si trasferisce a Basilea, in Svizzera, e il 10 novembre dell'anno successivo sposa Elfriede (Fritzi) Geiringer, nata Markowitz, viennese come lui e sopravvissuta ad Auschwitz, che aveva perso il figlio e il marito a Mauthausen. Il 19 agosto 1980 Otto muore a Birsfelden, nei pressi di Basilea, dopo aver dedicato gran parte della vita al diario di sua figlia Anne e alla diffusione dei suoi messaggi.
"E chi poteva saperlo?" disse Otto alla sua famiglia, dopo la sua esperienza ad Auschwitz e l'aver scoperto di aver perduto per sempre sua moglie Edith e le sue bambine, Margot e Anne: "Chi avrebbe potuto immaginare una cosa del genere?"