FATHER JOHN NEIMAN
Caro amico di Otto Frank
Grazie per aver accettato di rilasciare quest’intervista, è davvero un grande onore per noi averti qui. Puoi raccontarci qualcosa di te?
Mi chiamo John Warren Neiman. Sono nato nel 1953 a Santa Monica, in Californa. Mia madre, Suzy, è nata nel West Virginia mentre mio padre, Robert, è nato a New York. Mio padre ha combattuto nella Seconda Guerra Mondiale ed è stato definito un eroe. Io sono nato a Encino, in California. Dopo vari studi il 1 febbraio 1986 sono divenuto prete cattolico. Per l’occasione mi raggiunsero anche Miep e Jan Gies, volando da Amsterdam.
Mi chiamo John Warren Neiman. Sono nato nel 1953 a Santa Monica, in Californa. Mia madre, Suzy, è nata nel West Virginia mentre mio padre, Robert, è nato a New York. Mio padre ha combattuto nella Seconda Guerra Mondiale ed è stato definito un eroe. Io sono nato a Encino, in California. Dopo vari studi il 1 febbraio 1986 sono divenuto prete cattolico. Per l’occasione mi raggiunsero anche Miep e Jan Gies, volando da Amsterdam.
La famiglia Frank ti ha cambiato la vita. A che età hai letto per la prima volta Il Diario di Anne Frank?
Ho letto per la prima volta Il Diario di Anne Frank all’età di 10 anni.
Ho letto per la prima volta Il Diario di Anne Frank all’età di 10 anni.
Correggimi se sbaglio. Nel 1974 hai deciso di scrivere una lettera a Otto Frank. Che cosa gli scrivesti?
Sì, era il 1974, studiavo il college e un giorno decisi di spedire una lettera a Otto Frank. Volevo fargli sapere quanto il Diario di sua figlia avesse avuto un impatto sulla mia vita, e scrivergli quanto lo ammirassi per la sua bontà e amore nei confronti del prossimo. Volevo fargli sapere perché era (e ancora è) per me un eroe.
Sì, era il 1974, studiavo il college e un giorno decisi di spedire una lettera a Otto Frank. Volevo fargli sapere quanto il Diario di sua figlia avesse avuto un impatto sulla mia vita, e scrivergli quanto lo ammirassi per la sua bontà e amore nei confronti del prossimo. Volevo fargli sapere perché era (e ancora è) per me un eroe.
Otto Frank rispose alla tua lettera e nel 1976 lo andasti a trovare nella sua casa a Birsfelden, in Svizzera. Sicuramente si è trattata di un’esperienza indimenticabile. Puoi raccontarci qualcosa in più?
Otto rispose alla mia prima lettera, ma anche alle successive che gli inviai. Poi mi invitò ad andare a trovarlo anche se abitava in Europa. La mia occasione per andare a trovare sia lui sia Fritzi arrivò nel giugno del 1976. È stato uno dei giorni più belli della mia vita. Parlammo per ore, di numerosi argomenti (inclusa la sua deportazione ad Auschwitz) e Fritzi ci preparò un pranzo eccezionale. Fritzi poi mi raccontò delle sue esperienze durante la guerra e poi Otto ed io facemmo una passeggiata insieme. parlammo moltissimo e Otto mi fece numerose domande. Diventammo amici in un arco di tempo molto breve.
Fritzi cucinò anche un’ottima cena, poi Otto mi mostrò alcune lettere che aveva ricevuto da persone da tutto il mondo, e anche dei disegni che aveva ricevuto (inclusi dei disegni su Anne realizzati da una persona che viveva in California e che col tempo sarebbe per me divenuto un caro amico).
Il punto più forte di quell’esperienza, che non dimenticherò mai, fu quando ebbi modo di vedere il vero Diario. Otto quel giorno lo aveva nella sua casa perché a breve avrebbe rilasciato un’intervista per una televisione olandese con il Diario, quindi mi sentii doppiamente benedetto.
Trovai Otto e Fritzi due persone dai cuori pieni di bontà e amore.
Fu come se li avessi conosciuti da sempre!
Otto rispose alla mia prima lettera, ma anche alle successive che gli inviai. Poi mi invitò ad andare a trovarlo anche se abitava in Europa. La mia occasione per andare a trovare sia lui sia Fritzi arrivò nel giugno del 1976. È stato uno dei giorni più belli della mia vita. Parlammo per ore, di numerosi argomenti (inclusa la sua deportazione ad Auschwitz) e Fritzi ci preparò un pranzo eccezionale. Fritzi poi mi raccontò delle sue esperienze durante la guerra e poi Otto ed io facemmo una passeggiata insieme. parlammo moltissimo e Otto mi fece numerose domande. Diventammo amici in un arco di tempo molto breve.
Fritzi cucinò anche un’ottima cena, poi Otto mi mostrò alcune lettere che aveva ricevuto da persone da tutto il mondo, e anche dei disegni che aveva ricevuto (inclusi dei disegni su Anne realizzati da una persona che viveva in California e che col tempo sarebbe per me divenuto un caro amico).
Il punto più forte di quell’esperienza, che non dimenticherò mai, fu quando ebbi modo di vedere il vero Diario. Otto quel giorno lo aveva nella sua casa perché a breve avrebbe rilasciato un’intervista per una televisione olandese con il Diario, quindi mi sentii doppiamente benedetto.
Trovai Otto e Fritzi due persone dai cuori pieni di bontà e amore.
Fu come se li avessi conosciuti da sempre!
Otto Frank è diventato uno dei tuoi più cari amici. In che modo, conoscerlo, ha influenzato la tua vita?
Sì, Otto è veramente stato uno dei miei più cari amici e ha avuto – e continua ad avere – una grande influenza sulla mia vita. Prima di tutto, contino ad essere ispirato dalla sua bontà, dal suo amore nei confronti delle persone, la sua ferma convinzione sulla lotta per la dignità delle persone e l’uguaglianza, e dal suo carattere in generale. Dopo tutte le sofferenze che la vita gli aveva messo davanti Otto non era né amareggiato né arrabbiato. Ha continuato a credere nella bontà delle persone (come Anne) e ha continuato a lottare per il bene di tutte le persone.
Quando sono andato a trovare Otto a Londra, nel gennaio del 1979, mi trovavo in un punto molto delicato della mia vita, perchè stavo per divenire prete cattolico. Otto mi disse qualcosa che cambiò la mia vita. Stavamo parlando e gli stavo dicendo quanto ammirassi Anne e lui mi interruppe dicendo: “Il tuo affetto e la tua ammirazione nei confronti di Anne sono meravigliosi ed è bellissimo che cerchi di onorarla. Ma se davvero vuoi onorare Anne e tutte le vittime dell’Olocausto allora devi fare quello che Anne avrebbe voluto fare: devi vivere la tua vita aiutando il prossimo”.
È stato in quel momento che ho capito che ero stato chiamato da Dio e che in quel modo avrei fatto ciò che Otto mi aveva appena chiesto.
Sono un prete da ormai più di 29 anni ma non passa un giorno in cui non ripensi ad Otto e alle sue parole.
Sì, Otto è veramente stato uno dei miei più cari amici e ha avuto – e continua ad avere – una grande influenza sulla mia vita. Prima di tutto, contino ad essere ispirato dalla sua bontà, dal suo amore nei confronti delle persone, la sua ferma convinzione sulla lotta per la dignità delle persone e l’uguaglianza, e dal suo carattere in generale. Dopo tutte le sofferenze che la vita gli aveva messo davanti Otto non era né amareggiato né arrabbiato. Ha continuato a credere nella bontà delle persone (come Anne) e ha continuato a lottare per il bene di tutte le persone.
Quando sono andato a trovare Otto a Londra, nel gennaio del 1979, mi trovavo in un punto molto delicato della mia vita, perchè stavo per divenire prete cattolico. Otto mi disse qualcosa che cambiò la mia vita. Stavamo parlando e gli stavo dicendo quanto ammirassi Anne e lui mi interruppe dicendo: “Il tuo affetto e la tua ammirazione nei confronti di Anne sono meravigliosi ed è bellissimo che cerchi di onorarla. Ma se davvero vuoi onorare Anne e tutte le vittime dell’Olocausto allora devi fare quello che Anne avrebbe voluto fare: devi vivere la tua vita aiutando il prossimo”.
È stato in quel momento che ho capito che ero stato chiamato da Dio e che in quel modo avrei fatto ciò che Otto mi aveva appena chiesto.
Sono un prete da ormai più di 29 anni ma non passa un giorno in cui non ripensi ad Otto e alle sue parole.
Durante i tuoi incontri con Otto parlavate anche di Anne. Che cosa diceva Otto di lei?
Parlavamo spesso di Anne e Otto mi ripeteva che non era a conoscenza della profondità dei sentimenti di Anne, della sua fede e dei suoi pensieri, fino a quando non ha letto il Diario. Parlava spesso del loro bellissimo rapporto e che Anne era molto cara, gentile e curiosa di molte cose.
Parlavamo spesso di Anne e Otto mi ripeteva che non era a conoscenza della profondità dei sentimenti di Anne, della sua fede e dei suoi pensieri, fino a quando non ha letto il Diario. Parlava spesso del loro bellissimo rapporto e che Anne era molto cara, gentile e curiosa di molte cose.
Hai anche avuto la meravigliosa opportunità di conoscere Miep Gies, che aiutò i Frank e altri ebrei a nascondersi. (Miep Gies trovò anche il Diaro di Anne Frank quando furono arrestati). Puoi raccontarci qualcosa di lei?
Ho incontrato Miep Gies nell’aprile 1980 ad Amsterdam e subito siamo diventati amici. Ho conosciuto Miep per 30 anni e ho anche avuto l’onore di partecipare alla sua festa privata per il suo 100° compleanno, il 15 febbraio 2009. Miep era gentile, generosa, amorevole e aveva un grande senso dell’umorismo. Era una persona meravigliosa, che si preoccupava molto delle sofferenze altrui. Per me era come una senta… il significato vero dell’amore e dell’aiutare il prossimo lasciando in secondo piano i nostri problemi.
Miep and Jan vennero in California il 1 febbraio 1986 per assistere alla mia ordinazione sacerdotale ed io sono andato spesso da Miep nei Paesi Bassi e abbiamo sempre trascorso insieme dei momenti meravigliosi. Lei ha influenzato – e continua a influenzare – la mia vita. E’ una grande ispirazione, un modello e una cara amica. Anche se non ha avuto alcun titolo, lei è un EROE nel senso pieno del termine. Lei è un esempio perfetto che una persona può lottare contro le cattiverie e fare una grande differenza.
Ho incontrato Miep Gies nell’aprile 1980 ad Amsterdam e subito siamo diventati amici. Ho conosciuto Miep per 30 anni e ho anche avuto l’onore di partecipare alla sua festa privata per il suo 100° compleanno, il 15 febbraio 2009. Miep era gentile, generosa, amorevole e aveva un grande senso dell’umorismo. Era una persona meravigliosa, che si preoccupava molto delle sofferenze altrui. Per me era come una senta… il significato vero dell’amore e dell’aiutare il prossimo lasciando in secondo piano i nostri problemi.
Miep and Jan vennero in California il 1 febbraio 1986 per assistere alla mia ordinazione sacerdotale ed io sono andato spesso da Miep nei Paesi Bassi e abbiamo sempre trascorso insieme dei momenti meravigliosi. Lei ha influenzato – e continua a influenzare – la mia vita. E’ una grande ispirazione, un modello e una cara amica. Anche se non ha avuto alcun titolo, lei è un EROE nel senso pieno del termine. Lei è un esempio perfetto che una persona può lottare contro le cattiverie e fare una grande differenza.
La tua unione a Dio è stata rafforzata dai messaggi di Anne, dalla sua fede e dai suoi messaggi sulla bontà delle persone?
Sicuramente la mia relazione con Dio è stata rafforzata dai messaggi di fede, speranza e amore di Anne. Lei ha continuato a credere in Dio e nella bontà delle persone trovandosi coinvolta in delle difficoltà molto difficili. Lei veramente credeva che la pace e l’armonia fossero possibili per le persone di tutto il mondo e voleva vivere la sua vita dedicandosi a questo. Il fatto che non abbia perso la sua fede nonostante quello che ha passato è davvero un qualcosa in grado d’ispirare chiunque.
Sicuramente la mia relazione con Dio è stata rafforzata dai messaggi di fede, speranza e amore di Anne. Lei ha continuato a credere in Dio e nella bontà delle persone trovandosi coinvolta in delle difficoltà molto difficili. Lei veramente credeva che la pace e l’armonia fossero possibili per le persone di tutto il mondo e voleva vivere la sua vita dedicandosi a questo. Il fatto che non abbia perso la sua fede nonostante quello che ha passato è davvero un qualcosa in grado d’ispirare chiunque.
Hai avuto anche modo di toccare il vero Diario di Anne Frank. Come è successo e come ti sei sentito quando lo hai toccato per la prima volta?
Ho avuto l’incredibile onore di poter avere tra le mani il vero Diario di Anne Frank. Il signor Frank teneva sempre il Diario al sicuro, in una cassetta in una banca. Il giorno dopo la mia visita a Otto era stato programmato che la troupe di una televisione olandese andasse a casa sua per un’intervista di prima mattina. È stata una coincidenza meravigliosa per me. E' molto difficile trovare le parole per esprimere come mi sono sentito la prima volta che ho toccato il Diario. È stato meraviglioso, emozionante e intenerente allo stesso tempo (anche triste perché non riuscivo a smettere di pensare ad Anne e a Bergen – Belsen).
Otto ha aspettato fino a dopo cena, poco prima che tornassi in hotel per farmelo vedere, mentre Fritzi felicemente commentava: “Oggi è il tuo giorno fortunato!” Trovo meraviglioso che il Diario ha avuto – e continua ad avere – un grande impatto in tutto il mondo.
Ho avuto l’incredibile onore di poter avere tra le mani il vero Diario di Anne Frank. Il signor Frank teneva sempre il Diario al sicuro, in una cassetta in una banca. Il giorno dopo la mia visita a Otto era stato programmato che la troupe di una televisione olandese andasse a casa sua per un’intervista di prima mattina. È stata una coincidenza meravigliosa per me. E' molto difficile trovare le parole per esprimere come mi sono sentito la prima volta che ho toccato il Diario. È stato meraviglioso, emozionante e intenerente allo stesso tempo (anche triste perché non riuscivo a smettere di pensare ad Anne e a Bergen – Belsen).
Otto ha aspettato fino a dopo cena, poco prima che tornassi in hotel per farmelo vedere, mentre Fritzi felicemente commentava: “Oggi è il tuo giorno fortunato!” Trovo meraviglioso che il Diario ha avuto – e continua ad avere – un grande impatto in tutto il mondo.
Ti ammiro molto e credo sia bellissimo e molto toccante il tuo bisogno di continuare a parlare dei Frank e della tua amicizia con Otto. Hai anche una collezione di materiale sull’Olocausto e sulla famiglia Frank. Di che cosa si tratta?
Ho raccolto numerose lettere, documenti, foto e reperti relativi ad Anne, ai Paesi Bassi durante l’occupazione nazista e durante la liberazione. Possiedo un’autentica stella gialla con la scritta JOOD. Era stata indossata da un ebreo olandese durante la guerra (possiamo ancora vedere i bordi intorno alla stella dove era stata cucita ai vestiti). Ho un poster della liberazione nel 1945, le mie lettere a Otto Frank, Fritzi Frank e Miep Gies. Nella mia collezione inoltre ci sono varie fotografie scattate ai soldati inglesi durante la liberazione di Bergen – Belsen il 15 aprile 1945. Ho anche alcune tessere annonarie utilizzate nei Paesi Bassi durante la guerra come altre fotografie e reperti storici e documenti.
Ho raccolto numerose lettere, documenti, foto e reperti relativi ad Anne, ai Paesi Bassi durante l’occupazione nazista e durante la liberazione. Possiedo un’autentica stella gialla con la scritta JOOD. Era stata indossata da un ebreo olandese durante la guerra (possiamo ancora vedere i bordi intorno alla stella dove era stata cucita ai vestiti). Ho un poster della liberazione nel 1945, le mie lettere a Otto Frank, Fritzi Frank e Miep Gies. Nella mia collezione inoltre ci sono varie fotografie scattate ai soldati inglesi durante la liberazione di Bergen – Belsen il 15 aprile 1945. Ho anche alcune tessere annonarie utilizzate nei Paesi Bassi durante la guerra come altre fotografie e reperti storici e documenti.
Puoi lasciare un messaggio ai sostenitori della nostra Associazione, UN PONTE per ANNE FRANK?
Nel suo Diario Anne ci ricorda che la nostra anima è divina e non può essere uccisa. E la sua è una vera e propria testimonianza di come le ingiustizie e le cattiverie portino al male. Ma la sua testimonianza si distingue anche per l’importanza di avere una fede, di sperare e di amare. Lei ci ricorda che è un nostro compito aiutare il prossimo e salvaguardare la dignità di OGNI essere umano. La sua voce è una genuina voce sulla tolleranza, la pace, la fede e l’amore per il prossimo.
Il suo Diario è una testimonianza che anche davanti al male più forte, è il bene a vincere. Anne ci dà speranza e ci incoraggia ad essere e a dare sempre il meglio di noi stessi.
Nel suo Diario Anne ci ricorda che la nostra anima è divina e non può essere uccisa. E la sua è una vera e propria testimonianza di come le ingiustizie e le cattiverie portino al male. Ma la sua testimonianza si distingue anche per l’importanza di avere una fede, di sperare e di amare. Lei ci ricorda che è un nostro compito aiutare il prossimo e salvaguardare la dignità di OGNI essere umano. La sua voce è una genuina voce sulla tolleranza, la pace, la fede e l’amore per il prossimo.
Il suo Diario è una testimonianza che anche davanti al male più forte, è il bene a vincere. Anne ci dà speranza e ci incoraggia ad essere e a dare sempre il meglio di noi stessi.
Grazie per le tue preziose risposte e per la tua gentilezza. È stato davvero un grande onore averti nostro ospite.