Buddy Elias, cugino di Anne Frank, fino all'ultimo ha supportato pienamente la nostra Associazione, e per noi è un onore grandissimo. Annunciamo con tristezza la scomparsa di Buddy il 16 marzo 2015.
"Buddy è una persona unica, meravigliosa.
Sin dalla prima volta che ho avuto modo di comunicare con lui mi sono resa conto della bellissima occasione che mi si era presentata, e lo stesso vale per la sua cara moglie, Gerti. Sono entrambe persone splendide, persone che nonostante gli impegni con la loro attuale famiglia e i loro problemi giornalieri, hanno deciso di dedicare gran parte della loro vita per migliorare il mondo, partendo dal diario della loro amata Anne, condividendo i suoi ideali, andando nelle scuole a fare degli incontri per parlare dell’Olocausto, rilasciando interviste…
Buddy e Gerti stanno davvero facendo di tutto per far sì che nessuno dimentichi Anne, Otto, Edith e Margot, la Shoah e le sue vittime.
Il giorno in cui ho fatto sapere a Buddy della mia idea di aprire questo sito, lui poche ore dopo mi ha scritto, in nome suo e di Gerti:
“È meraviglioso che tu voglia dedicare un sito all’Olocausto e alle sue vittime. Siamo davvero contenti e grati di quello che stai facendo.”
Quando il 16 ottobre 2014 UN PONTE per ANNE FRANK è divenuto un'associazione, Buddy mi ha nuovamente fatto sapere quanto per lui sia importante quello che sto facendo. Il suo supporto per me è molto importante. È un altro modo per sentirmi più vicina ai Frank, a una famiglia che mi ha toccata moltissimo, a una famiglia che ha perduto tanto, ma che sta dando il doppio.
"Non posso fare a meno che rivolgermi in particolare a Buddy" scrisse Otto Frank nella sua lettera indirizzata alla sua famiglia e datata 19 agosto 1945. "Lui non immagina quanto Anne parlasse di lui e come fosse forte la sua nostalgia di venire a trovarvi e di parlargli di tantissime cose. Le foto sul ghiaccio che ha mandato sono ancora qui; era molto interessata ai suoi progressi, tanto più che anche a lei piaceva pattinare sul ghiaccio e sognava di farlo insieme a lui. Poco prima di nasconderci ha ancora avuto in regalo dei pattini, che erano il suo desiderio. Anche lo stile di Buddy mi ricorda in tanti particolari quello di Anne, è straordinario." *
Forse non molti sanno che anni fa, Gerti, andando nella soffitta della sua casa e ritrovandosi casualmente a rovistare in varie scatole di cartone e in alcune valigie, si ritrovò in mano oltre seimila lettere delle famiglie Frank ed Elias. Si trattava di materiale esclusivo, rimasto nella soffitta per un lungo tempo.
Lentamente, trovando il coraggio di leggere quelle lettere, incluse quelle che Otto aveva spedito da Auschwitz, Gerti e Buddy si resero conto che era impensabile lasciare quei tesori chiusi nella soffitta. Si trattava di una cronaca famigliare di raro valore.
Ecco che, grazie all’autrice Mirjam Pressler, che tradusse l’edizione critica dei diari di Anne Frank per poi curare la nuova edizione, la maggioranza di quelle lettere sono state racchiuse in un libro intitolato “I FRANK: La storia della famiglia di Anne Frank".
In un libro che ci porta a conoscere meglio le famiglie Frank ed Elias, che ci fa sentire ancora più vicini alle loro esperienze, al loro dolore, alle loro speranze nutrite prima, dopo e durante la Seconda Guerra Mondiale. In un libro che ci fa conoscere altri lati di Anne.
Un romanzo che consiglio a tutti quanti di leggere, non solo per i temi trattati e perché tale libro è un’altra testimonianze degli anni più bui della nostra Storia, ma anche perché è un libro ricco di messaggi, un libro che, nonostante la sua tristezza, dona forza e speranza."
Sofia Domino (ottobre 2014)
* Estratto preso da: "I FRANK: La storia della famiglia di Anne Frank" pagina 217
"Buddy è una persona unica, meravigliosa.
Sin dalla prima volta che ho avuto modo di comunicare con lui mi sono resa conto della bellissima occasione che mi si era presentata, e lo stesso vale per la sua cara moglie, Gerti. Sono entrambe persone splendide, persone che nonostante gli impegni con la loro attuale famiglia e i loro problemi giornalieri, hanno deciso di dedicare gran parte della loro vita per migliorare il mondo, partendo dal diario della loro amata Anne, condividendo i suoi ideali, andando nelle scuole a fare degli incontri per parlare dell’Olocausto, rilasciando interviste…
Buddy e Gerti stanno davvero facendo di tutto per far sì che nessuno dimentichi Anne, Otto, Edith e Margot, la Shoah e le sue vittime.
Il giorno in cui ho fatto sapere a Buddy della mia idea di aprire questo sito, lui poche ore dopo mi ha scritto, in nome suo e di Gerti:
“È meraviglioso che tu voglia dedicare un sito all’Olocausto e alle sue vittime. Siamo davvero contenti e grati di quello che stai facendo.”
Quando il 16 ottobre 2014 UN PONTE per ANNE FRANK è divenuto un'associazione, Buddy mi ha nuovamente fatto sapere quanto per lui sia importante quello che sto facendo. Il suo supporto per me è molto importante. È un altro modo per sentirmi più vicina ai Frank, a una famiglia che mi ha toccata moltissimo, a una famiglia che ha perduto tanto, ma che sta dando il doppio.
"Non posso fare a meno che rivolgermi in particolare a Buddy" scrisse Otto Frank nella sua lettera indirizzata alla sua famiglia e datata 19 agosto 1945. "Lui non immagina quanto Anne parlasse di lui e come fosse forte la sua nostalgia di venire a trovarvi e di parlargli di tantissime cose. Le foto sul ghiaccio che ha mandato sono ancora qui; era molto interessata ai suoi progressi, tanto più che anche a lei piaceva pattinare sul ghiaccio e sognava di farlo insieme a lui. Poco prima di nasconderci ha ancora avuto in regalo dei pattini, che erano il suo desiderio. Anche lo stile di Buddy mi ricorda in tanti particolari quello di Anne, è straordinario." *
Forse non molti sanno che anni fa, Gerti, andando nella soffitta della sua casa e ritrovandosi casualmente a rovistare in varie scatole di cartone e in alcune valigie, si ritrovò in mano oltre seimila lettere delle famiglie Frank ed Elias. Si trattava di materiale esclusivo, rimasto nella soffitta per un lungo tempo.
Lentamente, trovando il coraggio di leggere quelle lettere, incluse quelle che Otto aveva spedito da Auschwitz, Gerti e Buddy si resero conto che era impensabile lasciare quei tesori chiusi nella soffitta. Si trattava di una cronaca famigliare di raro valore.
Ecco che, grazie all’autrice Mirjam Pressler, che tradusse l’edizione critica dei diari di Anne Frank per poi curare la nuova edizione, la maggioranza di quelle lettere sono state racchiuse in un libro intitolato “I FRANK: La storia della famiglia di Anne Frank".
In un libro che ci porta a conoscere meglio le famiglie Frank ed Elias, che ci fa sentire ancora più vicini alle loro esperienze, al loro dolore, alle loro speranze nutrite prima, dopo e durante la Seconda Guerra Mondiale. In un libro che ci fa conoscere altri lati di Anne.
Un romanzo che consiglio a tutti quanti di leggere, non solo per i temi trattati e perché tale libro è un’altra testimonianze degli anni più bui della nostra Storia, ma anche perché è un libro ricco di messaggi, un libro che, nonostante la sua tristezza, dona forza e speranza."
Sofia Domino (ottobre 2014)
* Estratto preso da: "I FRANK: La storia della famiglia di Anne Frank" pagina 217
"I FRANK - La storia della famiglia di Anne Frank"
Trama:
Una donna di novantatre anni muore lasciando una soffitta piena di ricordi e memorie. E se quella donna è Helene Frank, sorella di Otto Frank padre di Anne, il valore di quelle memorie diventa inestimabile, perché, se la drammatica storia della giovane autrice del Diario è nota a tutti, quella della sua famiglia colta e cosmopolita lo è meno.
Oltre seimila documenti tra fotografie, cartoline, disegni, poesie e lettere, tra cui quelle che Otto spedí dall'orrore di Auschwitz, sono sopravvissuti miracolosamente al turbolento XX secolo e hanno permesso a Mirjam Pressler di ricostruire trecento anni di vita della famiglia di Anne Frank, restituendoci un ritratto inedito e ancora piú indelebile dei Frank: gli amori, le gioie, le angosce e le speranze durante gli anni di guerra e di attese. E partendo dalla vita di Alice Frank, la madre di Otto, Mirjam Pressler ci regala anche un' immagine di Anne precedente al Diario, una bambina piena di aspettative e opportunità.
Una donna di novantatre anni muore lasciando una soffitta piena di ricordi e memorie. E se quella donna è Helene Frank, sorella di Otto Frank padre di Anne, il valore di quelle memorie diventa inestimabile, perché, se la drammatica storia della giovane autrice del Diario è nota a tutti, quella della sua famiglia colta e cosmopolita lo è meno.
Oltre seimila documenti tra fotografie, cartoline, disegni, poesie e lettere, tra cui quelle che Otto spedí dall'orrore di Auschwitz, sono sopravvissuti miracolosamente al turbolento XX secolo e hanno permesso a Mirjam Pressler di ricostruire trecento anni di vita della famiglia di Anne Frank, restituendoci un ritratto inedito e ancora piú indelebile dei Frank: gli amori, le gioie, le angosce e le speranze durante gli anni di guerra e di attese. E partendo dalla vita di Alice Frank, la madre di Otto, Mirjam Pressler ci regala anche un' immagine di Anne precedente al Diario, una bambina piena di aspettative e opportunità.
«Mirjam Pressler ha trasformato il destino della famiglia Frank in un avvincente romanzo».
Frankfurter Allgemeine Zeitung
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