ISCRIZIONI APERTE
Chiusura iscrizioni 5 febbraio 2025
L'Associazione Un ponte per Anne Frank propone l'evento
(Re)Agire. Il 2025 segna l'ottantesimo anno dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz - Birkenau ed è nostro impegno continuare a preservare la Memoria - ogni singolo giorno - unendo il passato al presente e riflettendo sul valore delle nostre scelte e delle nostre responsabilità. (Re)Agire è una giornata per ricordare con vari, importanti, appuntamenti. Spostandoci come gruppo, per dialogare e riflettere insieme. PROGRAMMA
DOMENICA 9 FEBBRAIO 2025 Ore 14.00: Ritrovo all'ingresso del Memoriale della Shoah di Milano "Binario 21" (Piazza Edmond Jacob Safra, 1) Ore 14.30: Visita guidata del Memoriale della Shoah "Binario 21" (durata circa 1h/1,5h) Break Ore 16.25: Viaggio in treno in gruppo dalla Stazione Centrale di Milano direzione Brescia Ore 17.31: Arrivo alla stazione di Brescia Ore 18.00: Ingresso al Teatro Colonna di Brescia per la visione dello spettacolo "C'è sempre il cielo tutto quanto", a cura dell'Associazione Culturale I sogni in Tasca. 19.00: Fine spettacolo 19.15: Pizzata in loco/rientro |
COSTO €30
Cosa include la quota di partecipazione:
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Cosa non è incluso nella quota di partecipazione:
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Per informazioni e prenotazioni:
Davide 339 4419739
Federica 342 1223322 |
(Re)Agire - accompagnatori:
Federica Pannocchia, presidente dell'Associazione Un ponte per Anne Frank Davide Inverardi, referente Associazione Un ponte per Anne Frank zona di Brescia |
Maggiori informazioni:
MEMORIALE DELLA SHOAH "BINARIO 21" DI MILANO
L’area dove oggi sorge il Memoriale della Shoah di Milano originariamente era adibita alla movimentazione dei vagoni postali, e tra il 1943 e il 1945 fu il luogo in cui migliaia di ebrei e oppositori politici furono caricati su vagoni merci, trasportati al sovrastante piano dei binari. Una volta posizionati alla banchina di partenza venivano agganciati ai convogli diretti ad Auschwitz- Birkenau, Mauthausen e altri campi di sterminio e di concentramento, o ai campi italiani di raccolta come quelli di Fossoli e Bolzano.
Il 6 dicembre 1943 partì il primo convoglio di prigionieri ebrei (169 persone, ne tornarono 5), il 30 gennaio 1944 il secondo, entrambi diretti ad Auschwitz-Birkenau. Soltanto 22 delle 605 persone deportate quel giorno sopravvisse. Tra di loro Liliana Segre, allora tredicenne, che benché così giovane sopravvisse all’amatissimo padre.
Tra tutti i luoghi che in Europa sono stati teatro delle deportazioni, oggi il Memoriale è il solo ad essere rimasto intatto. Esso rende omaggio alle vittime dello sterminio e rappresenta un contesto vivo e dialettico in cui rielaborare attivamente la tragedia della Shoah. Un luogo di commemorazione, quindi, ma anche uno spazio per costruire il futuro e favorire la convivenza civile. Il Memoriale vuole essere, infatti, un luogo di studio, ricerca e confronto: un memoriale per chi c’era, per chi c’è ora ma soprattutto per chi verrà.
Esso è dunque un luogo simbolo della deportazione degli ebrei e degli altri perseguitati verso i campi di concentramento e di sterminio. Ma anche luogo di memoria e di conoscenza; un centro polifunzionale dove ospitare incontri, dibattiti, mostre per ricordare le atrocità del passato e, soprattutto, dove creare occasioni di dialogo e di confronto fra le culture e per educare i giovani a superare le barriere linguistiche, culturali, sociali e perché la barbarie del XX secolo che vide nella Shoah il segno del massimo degrado dell’umanità, non possa ripetersi.
L’area dove oggi sorge il Memoriale della Shoah di Milano originariamente era adibita alla movimentazione dei vagoni postali, e tra il 1943 e il 1945 fu il luogo in cui migliaia di ebrei e oppositori politici furono caricati su vagoni merci, trasportati al sovrastante piano dei binari. Una volta posizionati alla banchina di partenza venivano agganciati ai convogli diretti ad Auschwitz- Birkenau, Mauthausen e altri campi di sterminio e di concentramento, o ai campi italiani di raccolta come quelli di Fossoli e Bolzano.
Il 6 dicembre 1943 partì il primo convoglio di prigionieri ebrei (169 persone, ne tornarono 5), il 30 gennaio 1944 il secondo, entrambi diretti ad Auschwitz-Birkenau. Soltanto 22 delle 605 persone deportate quel giorno sopravvisse. Tra di loro Liliana Segre, allora tredicenne, che benché così giovane sopravvisse all’amatissimo padre.
Tra tutti i luoghi che in Europa sono stati teatro delle deportazioni, oggi il Memoriale è il solo ad essere rimasto intatto. Esso rende omaggio alle vittime dello sterminio e rappresenta un contesto vivo e dialettico in cui rielaborare attivamente la tragedia della Shoah. Un luogo di commemorazione, quindi, ma anche uno spazio per costruire il futuro e favorire la convivenza civile. Il Memoriale vuole essere, infatti, un luogo di studio, ricerca e confronto: un memoriale per chi c’era, per chi c’è ora ma soprattutto per chi verrà.
Esso è dunque un luogo simbolo della deportazione degli ebrei e degli altri perseguitati verso i campi di concentramento e di sterminio. Ma anche luogo di memoria e di conoscenza; un centro polifunzionale dove ospitare incontri, dibattiti, mostre per ricordare le atrocità del passato e, soprattutto, dove creare occasioni di dialogo e di confronto fra le culture e per educare i giovani a superare le barriere linguistiche, culturali, sociali e perché la barbarie del XX secolo che vide nella Shoah il segno del massimo degrado dell’umanità, non possa ripetersi.
SPETTACOLO TEATRALE "C'E' SEMPRE IL CIELO, TUTTO QUANTO"
C’è sempre il cielo, tutto quanto dà voce ad alcune pagine di testimoni preziosi, Elie Wiesel, con La Notte, e soprattutto Etty Hillesum, la quale con i suoi Diari rivela che, anche quando tutto sembra farsi oscuro, la speranza resiste e fiorisce come un’insopprimibile grido (o un sussurro) nel cuore di ciascuno di noi.
La lettura dei testi è accompagnata dall’interpretazione di canti originali della cultura ebraica.
C’è sempre il cielo, tutto quanto dà voce ad alcune pagine di testimoni preziosi, Elie Wiesel, con La Notte, e soprattutto Etty Hillesum, la quale con i suoi Diari rivela che, anche quando tutto sembra farsi oscuro, la speranza resiste e fiorisce come un’insopprimibile grido (o un sussurro) nel cuore di ciascuno di noi.
La lettura dei testi è accompagnata dall’interpretazione di canti originali della cultura ebraica.